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 1 - "La bella tecnologia è una malattia"

 

©Simona Bellone

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TECNOLOGIA   2019

 1 - "La bella tecnologia è una malattia"

 

   In ogni secolo il mondo si è evoluto, ma soprattutto nel XXI i tempi son cambiati rapidamente con l'avvicendarsi di innovazioni storiche epocali, lanciando l'avvenire dell'umanità verso l'invasione tecnologica.

   Se dapprima è accaduto che l'uomo abbia conquistato con la tecnica il proprio futuro, rivoluzionandolo e migliorandolo, d'altro canto si è proprio lasciato manipolare da questo evento che ha condizionato la propria esistenza irrimediabilmente.

   Se negli anni '50 era un lusso possedere una televisione, ora abbiamo addirittura i telefonini, almeno uno a persona, con incorporata ogni comodità di ogni campo, dal giornale, al sevizio bancario, dalla tv all'enciclopedia. 

   Solo 30 anni fa ci si recava in banca, dal giornalaio, in biblioteca, al cinema, ad un concerto, in cabina telefonica, al negozio, al bar, si usava carta penna e calamaio... tutte abitudini che si stanno esaurendo perché con solo un telefonino moderno, possiamo oltre che telefonare in qualsiasi luogo o quasi, far anche un bonifico, leggere il giornale o un libro, vedere un film, ascoltare musica, fare la spesa, calcolare un totale e scrivere, chiacchierare, tentare la fortuna... 

   Tutta la socialità che potevamo e dovevamo svolgere per comunicare con il prossimo per ottenere servizi ed usufruire di piaceri, ora viene in gran parte sostituita da una sola scatola di latta elettronica di modeste dimensioni.

   Se da una parte il genio degli inventori umani ci ha migliorato la vita, ora siamo giunti al punto tale che se lo perdiamo, ci sentiamo disadattati, preoccupati, impauriti ed agitati di dover ritornare al vecchio mondo, e soprattutto ansiosi di dover fare code in ogni luogo ed attendere di risolvere ogni problema o quasi. 

   Fino a circa 30 anni fa, la gente per strada si salutava o comunque la si vedeva in volto per compiere doveri ed ottenere dei privilegi, oramai è sommersa da una manipolazione  tecnologica. 

   È facile al giorno d’oggi, incontrare i giovani a testa bassa dismessi come depressi, a digitare su una tavoletta multicolore o adulti chiacchierare da soli con l’auricolare, agitati come se fossero dei matti. 

   È forse diventata una malattia questo irrefrenabile bisogno di far parte di un sistema frenetico sempre connesso per far qualche cosa, dalla più utile alla meno necessaria. 

   Chi ci salverà? Una passeggiata all’aria aperta, dimenticando per un giorno intero ogni due, il proprio telefonino a casa. Ma quanti riuscirebbero a farlo, senza sbirciare per un giorno intero i social network, o controllare il proprio conto in banca, o perdere la prima visione di un film? 

 

 ©Simona Bellone - simona.bellone@gmail.com @SimonaBellone

 www.simonabellone.it - www.caarteiv.it - www.nessunainterferenza.it

 

 

 

 

 

 

 

 

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