3 - "Al Festival sdoganati blasfemia

e sesso libero, premiando parolacce

 09/03/2021

©Simona Bellone

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ARTI   AUDIOVISIVE   2021

 3 - "Al Festival sdoganati blasfemia e sesso libero, premiando parolacce

 09/03/2021

 

  Titolo provocatorio, ma è colpa del carrozzone Sanremo & Rai, se tutto ormai è permesso senza censure e senza etica e morale, nonché rispetto per il pubblico (a differenza dell'Eurofestival che censura!). 

  Sarà anche perché non c’è nessuna donna nella commissione e neanche nessun poeta, letterato e paroliere qualificato per giudicare i testi ammessi in gara, ma solo agenti, manager ed autori televisivi?

  Paghiamo regolarmente il canone Rai per questa tv di Stato, quindi abbiamo il diritto di segnalare cosa è di nostro gradimento e lodarla, e cosa desideriamo non vedere e non sentire più, e protestare!

  Ma diciamo che è colpa nostra perché rimaniamo incollati al televisore per cinque serate di fila dalle 20:30 alle 2:30 a fare le ore piccole per ricevere Un bacio a mezzanotte dalla tv per sognare, ma anche se cantavano e suggerivano le gemelle Netenon ti fidar di stelle galeotte che invitano a volersi amar”, noi resistiamo perché come disse Totò: «Chissà sto stupido dove vuole arrivare», e giù a commentare ovunque sui social network, appagandoci con l’adrenalina del loro gioco pubblicitario, con picchi d’audience mai raggiunti dalla Rai in precedenza. 

 

  Si è conclusa così la 71ª edizione del Festival di Sanremo lasciando dietro una scia di contestazioni, in primis il perché dell’esigenza di non rimandarlo in piena ripresa economica dopo la sconfitta del COVID, a vaccinazioni ultimate e ripresa del turismo con il pubblico in sala, e con la possibilità di abbracciarci e di collezionare autografi e selfie, quando è un anno che teatri e cinema sono chiusi al pubblico, lasciando senza lavoro sia artisti che addetti ai lavori dietro le quinte. 

 

  Ma quanto mi costi caro Festival di Sanremo? 

 

  Ribadendo che la Rai investe ma ci guadagna sempre, si apprende dai resoconti resi pubblici, che ha stanziato un budget di 18 milioni di euro ed ha incassato molto denaro, quest’anno circa 37,5 milioni di euro (37.500.000 € scritto per intero fa più effetto), risparmiando sugli ospiti stranieri bloccati nel proprio paese per la pandemia coronavirus. 

  Credo che possiamo fare a meno degli stranieri, dato che con gli ospiti illustri italiani, lo show ci ha appagato le aspettative comunque. 

  Scriviamo i costi dei compensi per intero: Amadeus  ha incassato 600.000€, Fiorello 250.000€ (e premio alla carriera Città di Sanremo), Ibrahimovic 200.000€ (totale 2 milioni di euro con sponsor), Achille Lauro 125.000€, Elodie 25.000€, idem altre presentatrici a serata come Matilda De Angelis, e considerando via via anche tutti gli altri pagamenti ricevuti dagli ospiti, (a quanto dichiarato l’infermiera Alessia Bonari ha donato il suo compenso in beneficenza), i cantanti big ricevono 48.000€ di rimborso spese a testa, i giovani circa 6.000€ di rimborso spese a testa. Gli incassi pubblicitari sono stati 27 milioni di euro, e tolti i costi di circa 16 milioni di euro, rimangono circa 10 milioni di Euro di guadagno netto, per un pubblico fisso dai 10 ai 15 milioni di spettatori. 

  La Rai si è ritenuta soddisfatta di questo Amadeus bis anche se non ne programma un ter. 

  È da tenere in considerazione il costo della scenografia, non precisato, a cura di Gaetano Castelli, e sua figlia Maria Chiara, con appariscenti luci dai colori accesi alternati in un’astronave gigantesca proiettata nel futuro.

  E i rinomati fiori sanremesi? Dapprima scarrellati, poi portati a piedi con guanti in mano, inizialmente donati alle donne e poi agli uomini.  

  Li avremmo voluti vedere anche in contorno sul palco, ma si sà che si è persa la moda di farlo, purtroppo, come se fossimo sulla luna.

  Noi eravamo più soddisfatti dell’Amadeus semel, o per intenderci meglio in questi tempi moderni, della prima edizione 2020 con la vittoria di Diodato con “Fai rumore” che ha accontentato i gusti musicali di tutti o quasi.

 

  Chi abbiamo visto e rivisto quest’anno?

 

  Ed eccoci qui ad un’altra consueta puntualizzazione sul perché deve essere spalmato sempre in cinque serate il Festival, e soprattutto lunghe sempre verso ed oltre le 2:00 di notte con troppi ospiti non in gara e Fiorello anche cantante, (come ironizzato da Ornella Vanoni). Non sarebbe l’ora di ripristinare il DopoFestival con interviste, come fa il PrimaFestival per il backstage delle serate?   

  Tristi le registrazioni degli applausi degli anni scorsi alla fine delle esecuzioni dei cantanti, e penalizzante stress per quei cantanti che si son dovuti esibire a turno dopo la mezzanotte, con problemi di audio e microfoni, ascoltando molte stonature, forse dovute a mancanza di prove o ad emozione e stanchezza. I cali degli ascolti dopo la mezzanotte sono inevitabili quindi fanno scendere lo share e i commenti sui social network, conviene alla Rai? Nonostante che fossimo tutti a casa e non a Sanremo in teatro Ariston o per la strada a caccia di autografi, selfie e shopping, o comunque in nessun locale di nessuna città dopo le 18:00 (Sardegna in fascia bianca  a parte), per divieto DPCM per pandemia covid, sono calati gli ascolti dall'edizione 2020, quindi molto pubblico ha guardato altro in tv e on line, non vedo il motivo della soddisfazione degli organizzatori.

 

  La seconda accoppiata di Amadeus e Fiorello ha cercato di ravvivare il gelo della sala senza pubblico per prevenire i contagi coronavirus, inventandosi gag canore accattivanti, con mushup sulle musiche dei successi di Gianni Morandi, Massimo RanieriVasco Rossi, Laura Pausini, cantando "Un ora sola ti vorrei", "Vattene amore" con Elodie, "Love in Sanremo" e  "Se stasera sono qui" con Amadeus, a chiacchierare con la visione ologramma di Vincenzo Mollica, ormai in pensione, invitando le sedie vuote ad alzare i braccioli, tra remake rock di “Grazie dei fior” di Nilla Pizzi, o di un corvo nero, e con l'interpretazione di “Siamo donne” di Jo Squillo e Sabrina Salerno, con vistose parrucche. 

 

  Achille Lauro inspiegabilmente di nuovo protagonista di ogni serata come ospite super pagato, (nonostante critiche artistiche e morali illustri e di pubblico) ha proposto i quadri d’arte di discutibile etica e morale, scopiazzando un po' qua e un po' là, anche Lady Gaga, (a poca voce imperfetta da bambino), travestito da rock star in glam rock e rock ‘n roll e punk rock, Penelope, Mina, Valentino, “esseri umani”, coinvolgendo gli attori Claudio Santamaria con Francesca Barra, la cantante Emma Marrone e attrice Monica Guerritore, Boss Doms e Rosario Fiorello, il ballerino Giacomo Castellana

 

  Si son distinti per simpatia i co-conduttori/trici del primafestival di Giovanna Civitello, Giovanni Vernia, Valeria Graci, mentre per il Festival si sono alternati l’eclettica attrice Matilde De Angelis e la cantante Elodie, la modella Vittoria Ceretti, la giornalista Barbara Palombelli con ricordo a Luigi Tenco, la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, Amadeus scherzando con Fiorello ma anche con il gigante calciatore Zlatan Ibrahimovic: si è sentita molto la mancanza di Simona Ventura che non ha potuto presenziare alla serata finale, perché positiva al COVID. 

 

  Invitati eccellenti a parlare delle problematiche sociali quali di COVID, hanno donato momenti di giusta riflessione: l’infermiera Alessia Bonari per l’esperienza e l’assistenza ai malati di  coronavirus, la giornalista Giovanna Botteri per il disagio sociale della lontananza causato per la prevenzione del COVID, il disabile Donato Grande affetto da sma, (atrofia muscolare spinale), socio fondatore della ASD Oltre Sport, bomber della squadra di Powerchair Football, (calcio giocato su carrozzina), per i temi come la lotta all’abbattimento delle barriere architettoniche e l’inclusione sociale con lo sport. 

 

  Ci hanno meravigliato gli illustri sportivi ospiti: la calciatrice Cristiana Girelli, il marciatore Alex Schwazer (finalmente assolto dall’accusa di doping inflitta ingiustamente nel 2016), il simpatico calciatore ed allenatore Sinisa Mihajlovic, lo sciatore Alberto Tomba con la nuotatrice Federica Pellegrini intervenuti per il Lancio della votazione per il logo ufficiale dei XXV Giochi olimpici invernali.

 

  Siamo stati piacevolmente intrattenuti dagli attori Valeria Fabrizi, Antonella Ferrari, Matilde Gioli con omaggi agli operatori dello spettacolo, e l'eclettica Serena Rossi.

 

  Ci hanno emozionato i successi dei cantanti ospiti nelle 5 serate (con successi nettamente superiori di valore di quelli in gara nella 71ª edizione sanremese e non è solo questione di gusti, ma di musica, testi ed arrangiamenti), quali:

Diodato, Loredana Bertè, Il Volo per omaggio ad Ennio Morricone, Gigi D’Alessio, Laura Pausini vincitrice del Golden Globe, Gigliola Cinquetti, Fausto Leali, Marcella Bella, Negramaro per omaggio a Lucio Dalla e Domenico Modugno, Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Mahamood, Tecla Insolia, Umberto Tozzi, Ornella Vanoni, Francesco Gabbani, Riccardo Fogli, Michele Zarrillo, Paolo Vallesi, pianista Dardust. 

 

  Fiorello ha confezionato in giubbotto rosso un bell’omaggio per Little Tony con Urban Theory.

 

  La banda della polizia di Stato ha curato un prezioso omaggio ad Astor Piazzola e Carlos Gardel, ed anche all’Italia con il canto degli italiani. 

 

  Ad Enzo Avitabile, Bottari di Portico e Caravan Petrol, è stato affidato un professionale omaggio a Renato  Carosone

 

  Onore agli orchestrali 

 

  Il pubblico assiste ad una esibizione sempre perfetta e ben confezionata acusticamente dall’orchestra sanremese, ed è giusto sempre nominarne i componenti, per ringraziarli di questo lavoro professionale. 

 

  L'orchestra è stata diretta dal maestro Leonardo de Amicis.

  Durante le esibizioni dei cantanti è stata diretta da:

Simone Bertolotti per Bugo

Daniel Bestonzo per Annalisa e Willie Peyote

Diego Calvetti per Ermal Meta

Enzo Campagnoli per Orietta Berti

Valeriano Chiaravalle per Gio Evan, Random,

Gaudiano e Wrongonyou

Vittorio Cosma per Coma_Cose

Rodrigo D'Erasmo per Fulminacci, Ghemon,

Greta Zuccoli e Folcast

Clemente Ferrari per Max Gazzè

e la Trifluoperazina Monstery Band

Fabio Gargiulo per Lo Stato Sociale

Fabio Gurian per Francesca Michielin e Fedez

Federico Mecozzi per Dellai

Enrico Melozzi per Fasma e Måneskin

Roberto Molinelli per Extraliscio feat. Davide Toffolo

Giulio Nenna per Irama

Daniele Dezi per Gaia

Daniele Parziani per Malika Ayane

Carmelo Patti per Francesco Renga,

La Rappresentante di Lista, Madame e Davide Shorty

Adriano Pennino per Arisa

Edoardo Petretti per Avincola

Andrea Rodini per Noemi

Davide Rossi per Colapesce e Dimartino

Jacopo Senigaglia per Aiello

Giuseppe Vessicchio per Elena Faggi

 

  Smemorandia

 

  È da sottolineare che è mancato un omaggio a Stefano D’Orazio dei Pooh, recentemente mancato, che poteva essere  eseguito riducendo i lunghi monologhi di Fiorello (o tagliando almeno una delle sue performances canore), se pur divertenti e premiato dalla città di Sanremo con un meritato premio alla carriera. Ornella Vanoni velatamente ironizzando gli ha fatto notare che fa troppe cose, cantando anche, oltre che presentatore e showman, in una manifestazione con cantanti in gara.

  Comunque la Rai dimentica tanti autorevoli autori, soprattutto dai natali liguri in prima serata Festival, ma ultimamente vengono allestite serate musicali per loro, fuori il contesto di Sanremo, sperando che D’Orazio venga omaggiato in queste sedi, sempre in prima serata. 

 

  Cadute di stile 

 

  Luigi Tenco è stato puntualmente ricordato per il suicidio in un alone indelebile impresso dai media, con carattere depresso ed incosciente (che non aveva), in un monologo della giornalista Barbara Palombelli, che ha rimarcato il suo passato d’evasione anni ‘60, citando a sproposito come analogo episodio l'esempio del mancato suicidio di Gino Paoli

  Sarebbe doveroso invece un omaggio con suoi successi musicali rendendo onore alla sua discografia, che vanta numerose e pregevoli cover ancora oggi, da oltre 50 anni, in 1ª serata mondiale.

  Riporto per dovere di cronaca le giuste rimostranze a lettera aperta del 7/3/2021 della famiglia Tenco su lesartistes.it 

 

http://www.lesartistes.it/site/index.php/luigi-tenco-official/974-20210307-sanremo-famiglia-tenco-a-barbara-palombelli 

 

  Fiorello coinvolgendo anche Amadeus a volte ha ecceduto con scurrili gag tra palloncino stile genitali maschili (sembra volutamente gonfiato per farlo notare dal web e poi tolto), e racconti hard sulla riproduzione degli animali. Poteva evitare queste scenette da giochi di spiaggia e da bar, recitate da brilli con un bicchier di vino in mano, in una prima serata Rai in eurovisione. 

 

  Nilla Pizzi si sarebbe rivoltata nella tomba per “Grazie dei fior” in versione rock di Fiorello? Fa un effetto strano un revival destabilizzante cantato con le labbra nere e un mantello di fiori troppo vistoso: la regina aveva classe e stile con simpatia e senza eccessi.

 

  Certamente non è piaciuta la versione “Siamo donne” di Fiorello ed Amadeus, con ridicole parrucche, che ha ridicolizzato il messaggio del testo, come ribadito da Jo Squillo, ma potevano invitare stavolta lei a cantarla dal vivo, perché l’anno scorso invitarono la sua collega Sabrina Salerno di persona per analogo revival discoteca anni ‘80. 

 

  Achille Lauro addirittura ha ridicolizzato con blasfemia la passione di Cristo, (come sottolineato pubblicamente dal vescovo di Sanremo, Mons. Antonio Suetta) e da sposo gay con tanto di bacio omosessuale in diretta, ed in ultimo facendosi un autogol riportando l’audio delle più eccellenti critiche contro le sue performances copiative di star famose. 

  Gay in tv? Ok, abbiamo già vari bravi presentatori, giornalisti, politici, attori e cantanti che hanno fatto coming out, dichiarando le proprie tendenze sessuali e che continuano a lavorare in pubblico senza problemi e senza ridicoli travestimenti ed atteggiamenti da "drug queen". 

  Il fulcro del problema è che queste scene di sesso provocatorie con vestiario succinto, sono all’altezza di nightclub e balere frequentate da drug queen e simpatizzanti vari, non da Festival di Sanremo seguito da famiglie. 

  Il pubblico sanremese non deve essere obbligato a vedere certe scene che nella vita normale eviterebbe certamente.

  Invitato a Domenica in, lo si è visto in vesti normali senza travestimenti a cantare canzoni scarne senza verve, e con poca voce imprecisa con cadenze da bambino che chiede coccole, a dimostrazione che i suoi costumi e quadri d’arte sono basilari per farsi notare ed emergere con copiature di vip dell'attuale e scorso secolo per andare sul sicuro collaudato.    

  Anche il suo fisico non lo aiuta. È da ricordare che è stato uno spacciatore (come dichiarato nei suoi testi più datati), quindi questa sua presunta espiazione del passato, citando sempre Dio e la sua benedizione, sembra un auto convincimento e un’auto assoluzione per le colpe da farsi perdonare. Il personaggio divide il pubblico, e fa parlare molto di sé, quindi pare chiaro che la Rai lo inviti proprio per far audience, quando invece dovrebbe comportarsi con etica e morale e rispetto per il pubblico. 

 

  Uno scivolone la Rai lo ha fatto perché ha ignorato che siamo in quaresima Pasquale, quindi riportare ed usare scene della passione di Cristo fuori luogo religioso, immolandosi a Santoni come fa Achille Lauro, poteva evitarlo, Fiorello compreso che ha giocato e gli ha retto la scena. 

  Ritornare al rispetto delle religioni, pur restando atei si potrebbe fare in Rai? 

  Potrebbe fare un passo indietro, con un mea culpa, ma dovrebbero cambiare molte poltrone, anche perché è incoerente per una tv di Stato promuovere programmi di valore etico e morale come “A sua immagine” e poi scendere a bassi livelli di scherno religioso. Se fosse accaduto ad Allah, gli islamici avrebbero decretato la sua morte, ma noi non arriviamo a questi drastici punti per giusta democrazia, perché tutti sono liberi di creare arte, ma delimitiamo i suoi confini d’azione una volta per tutte.

 

  Tralasciando in apertura recensione articolo, il "fattaccio" dell'esposizione della bandiera italiana, in "mise piumata da cafè chantant", con tanto di lancio a terra del nostro amato tricolore, simbolo della Patria Italia, non è passato inosservato alle Forze dell'Ordine e Forze Armate. Ecco che spunta all'orizzonte, una prima denuncia pubblica contro Achille Lauro dal generale di brigata Rodolfo Sganga comandante dell'Accademia Militare di Modena, in seguito da un ex carabiniere Simone Tutino di Udine, ma anche dall'imprenditore Giovanni Seia di Cavallermaggiore, capo della delegazione cuneese delle guardie del Pantheon: per il simbolo italiano della bandiera tricolore, l'articolo 292 del codice penale parla chiaro! Consigliamo al signor Lauro De Marinis di comprarsi un album per questa avversa collezione...

  Il "Lauro", che non ha nulla da festeggiare, ha anche citato a sproposito droga e carabinieri, insultando Maurizio Gasparri riportando decontestualizzate sue frasi: l'esponente di Forza Italia intende procedere anch'esso legalmente.

  Anche l'anno scorso questo "Achille" tutt'altro che glorioso, ha citato offendendo l'Arma dei Carabinieri, eppure la Rai permette queste cadute di stile e di rispetto in una trasmissione che un tempo era per famiglie (ora non più). Un ex spacciatore di droga sta sempre superando il limite e chissà perché la Rai "recidiva" lo difende e lo porta su un piedistallo da tre anni, sempre e qualsiasi "cosaccia" di pessimi gusto, etica e morale porti in scena mondiale: il potere occulto dell'audience tramuta una rispettabile tv di Stato in commerciale trash.

 

  Da notare è che proprio quest’anno si decide anche di cantare “4 marzo 1943”, di Lucio Dalla, a cura di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, in versione integrale senza censura, riportando la parola “puttane” in un contesto Rai che fa campagne per il rispetto delle donne, ignorando che la prostituzione per la maggior parte è indotta da uomini sfruttatori per lucro, che le considerano proprietà e le picchiano, ed in contesti di estrema povertà, e solo in minima percentuale tali donne agiscono come scelta libera (se pur discutibile) come cantava romanzando il celebre Fabrizio De Andrè in "Bocca di rosa".

  Sarebbe meglio ritornare ad usare a pieno il vocabolario italiano con signorilità, tralasciando parolacce, quale buon esempio alla gioventù ed ai posteri, anche perché la Rai è promotrice di campagne contro la violenza sulle donne.

 

  Amadeus e il suo staff organizzatore per la scelta delle canzoni in gara, hanno sdoganato le hit del web, ma tralasciato le canzoni di valore, portando troppi giovani inesperti a discapito di cantautori più professionisti.

  Per il prossimo anno ci auspichiamo che si evitino di scegliere in gara testi volgari e pieni di parolacce, nonché cantanti con poca professionalità canora e troppi esponenti di rap, trap e rock di vario genere. La moderazione premia anche in qualità ed audience.

 

  Ma le canzoni in gara le scelgono

o chiamano gli artisti noti a partecipare? 

 

  Non si è mai capito con quale criterio ci troviamo canzoni in gara mediocri e poi artisti di opere meritevoli rifiutate.

  Come dichiarato da certi artisti in gara, ad esempio da Roberto Vecchioni a Bugo, sono stati chiamati per partecipare, mentre la massa degli altri che si è autocandidata, come da bando e regolamento RAI, apprende in seguito di vedere scelta la propria canzone in gara o meno. 

 

  La commissione (tutta al maschile e senza neanche un poeta, letterato e paroliere qualificato nel cast, a dimostrazione che il testo cade di importanza rispetto alla musica, ed ecco il perché della via libera alle parolacce?), che ha valutato le canzoni delle giovani proposte era composta da: Amadeus in qualità di autore televisivo oltre che conduttore radiofonico e direttore artistico, showman e disco jockey, Gianmarco Mazzi manager, autore televisivo, dirigente d’azienda, Lucio Presta agente dello spettacolo italiano, Claudio Fasulo autore televisivo e dirigente d’azienda, Massimo Martelli regista sceneggiatore autore televisivo, il direttore d’orchestra Leonardo De Amicis. Forse è meglio cambiare staff, se pur di rispetto ed illustre, come si cambiano anche i Sindaci nei paesi, per evitare clientelismo e marciume nel sistema, perché tanti artisti rifiutati da tanti anni in gara sanremese, possano avere una chance in più di regalarci capolavori alternativi in prima serata Rai.

 

  Il bando della Rai precisa che è il direttore artistico che sceglie ed invita gli artisti a partecipare avvalendosi della commissione artistica. Quindi chi non è nelle preferenze musicali e di conoscenza personale di Amadeus, in questi ultimi due anni non ha potuto entrare nel cast. (Difetto come per altri direttori artistici). 

  È giusto che cambino spesso i direttori artistici, per evitare preferenze continue di parte che non rappresentano tutti i generi preferiti dal pubblico. Non essendoci più il disc jockey Amadeus il prossimo anno, per fortuna avremo meno giovani rap trap rock e discoteca nel cast, troppo in maggioranza in questi ultimi due anni. 

 

  Credo che il 1969 fu un Sanremo da record con tutti successi nel cast, quando la bella melodia italiana era ancora in voga anche in Italia, non solo all’estero. 

  Si rimpiangono le scelte artistiche ad esempio di Pippo Baudo, edizioni con successi memorabili che ricordiamo e cantiamo ancora oggi, ma si sa i tempi cambiano, la musica si evolve, tanti valevoli artisti veterani non vogliono partecipare alla gara, e i giovani di rado confezionano buone canzoni per il festival.  

  Fatto costa che negli ultimi due decenni, difficilmente ricordiamo e cantiamo tutte le canzoni del Festival durante l’anno, forse una o due per anno al massimo, fatta qualche eccezione radiofonica. 

 

  Le canzoni in gara:

 

  Clicca sulle canzoni per leggere il testo a cura di Tv Sorrisi e Canzoni:

1-Aiello - "Ora"

2-Annalisa - "Dieci"

3-Arisa - "Potevi fare di più"

4-Bugo - "E invece sì"

5-Colapesce e Dimartino - "Musica leggerissima"

6-Coma_Cose - "Fiamme negli occhi"

7-Ermal Meta - "Un milione di cose da dirti"

8-Extraliscio feat. Davide Toffolo - "Bianca luce nera"

9-Fasma - "Parlami"

10-Francesca Michielin e Fedez - "Chiamami per nome"

11-Francesco Renga - "Quando trovo te"

12-Fulminacci - "Santa Marinella"

13-Gaia – "Cuore amaro"

14-Ghemon - "Momento perfetto"

15-Gio Evan - "Arnica"

16-Irama - "La genesi del tuo colore"

17-La Rappresentante di Lista - "Amare"

18-Lo Stato Sociale - "Combat Pop"

19-Madame - "Voce"

20-Malika Ayane - "Ti piaci così"

21-Maneskin - "Zitti e buoni"

22-Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band -

"Il farmacista"

23-Noemi - "Glicine"

24-Orietta Berti - "Quando ti sei innamorato"

25-Random - "Torno a te"

26-Willie Peyote - "Mai dire mai (La locura)"

 

  La classifica finale: 

 

1-Maneskin – “Zitti e buoni”

2-Francesca Michielin e Fedez – “Chiamami per nome”

3-Ermal Meta – “Un milione di cose da dirti”

4-Colapesce e Dimartino – “Musica leggerissima”

5-Irama – “La genesi del tuo colore”

6-Willie Peyote – “Mai dire mai” (La locura)

7-Annalisa – “Dieci”

8-Madame – “Voce”

9-Orietta Berti – “Quando ti sei innamorato”

10-Arisa – “Potevi fare di più”

11-La Rappresentante di Lista – “Amare”

12-Extraliscio feat. Davide Toffolo – “Bianca luce nera”

13-Lo Stato Sociale – “Combat pop”

14-Noemi – “Glicine”

15-Malika Ayane – “Ti piaci così”

16-Fulminacci – “Santa Marinella”

17-Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band-"Il farmacista"

18-Fasma – “Parlami”

19-Gaia – “Cuore amaro”

20-Coma_Cose – “Fiamme negli occhi”

21-Ghemon – “Momento perfetto”

22-Francesco Renga – “Quando trovo te”

23-Gio Evan – “Arnica”

24-Bugo – “E invece si”

25-Aiello – “Ora”

26-Random – “Torno a te”

 

  Vincitori e Premi

 

  I premi conferiti ai giovani:

 

Vincitore 71º Festival di Sanremo sezione Nuove Proposte: 

Gaudiano con Polvere da sparo

secondo classificato: 

Davide Shorty con Regina

Premio Lunezia per il valore musical-letterario del brano: 

Davide Shorty con Regina

Premio della Critica del Festival della canzone italiana

"Mia Martini"

Wrongonyou con Lezioni di volo

Premio Sala Stampa "Lucio Dalla"

Davide Shorty con Regina

Premio "Enzo Jannacci" alla migliore interpretazione: 

Davide Shorty con Regina

 

  I premi conferiti ai Big:

 

Vincitore 71º Festival di Sanremo: 

Måneskin con Zitti e buoni

secondo classificato: 

Francesca Michielin e Fedez con Chiamami per nome

terzo classificato: 

Ermal Meta con Un milione di cose da dirti

Rappresentante designato dell'Italia 

all'Eurovision Song Contest 2021: 

Måneskin con Zitti e buoni

Premio della Critica "Mia Martini": 

Willie Peyote con Mai dire mai (la locura)

Premio "Sergio Bardotti" per il miglior testo: 

Madame con Voce

Premio Sala Stampa "Lucio Dalla": 

Colapesce e Dimartino con Musica leggerissima

Premio Lunezia per il valore musical-letterario del brano: 

Madame con Voce

Premio "Giancarlo Bigazzi" alla miglior composizione musicale: 

Ermal Meta con Un milione di cose da dirti

Premio "Nilla Pizzi" alla miglior interpretazione: 

La Rappresentante di Lista con Amare

Premio Siae Roma per il videoclip Sanremo big 2021 : 

Ermal Meta con Un milione di cose da dirti (regia Tiziano Russo)

 

  La sezione giovani proposte

 

  Gaudiano con la sua “Polvere da sparo” ha conquistato un posto d’onore nell’Olimpo del Festival di Sanremo, perché esprimendo con enfasi drammatica il dolore della perdita prematura del padre ci ha entusiasmato con musica di potente impatto. È la migliore canzone dei giovani con un meritato 1° posto, ma anche di tutto il Festival, anche perché ha avuto il coraggio e il pathos di scrivere un testo profondo, che non è per forza lo scontato dolce amore per una donna. 

  Gli altri premi in palio li ha conquistati quasi tutti Davide Shorty con la sua “Regina”, uno swing accattivante (con un rap interno che forse si poteva evitare): 2º posto, premio sala stampa Lucio Dalla, premio Lunezia, premio Enzo Jannacci per l’interpretazione. 

  Il premio della critica Mia Martini lo ha ricevuto Wrongonyou con “Lezioni di volo”, un brano piacevole musicalmente che avrà sicuramente buon impatto radiofonico. 

  Unico appunto, nessuna donna in finale, ma si giudicano le canzoni e quest’anno gli uomini hanno conquistato il podio per talento e con merito. 

 

  La serata delle cover

 

  Non tutte le cover erano canzoni famose sanremesi, perché si è voluto spaziare in repertorio di giovani cantautori, e di cantautori veterani estranei a Sanremo, dimenticando le vere canzoni famose nel mondo uscite dal Festival oltre le Alpi, anche se non premiate ai primi posti. Solo per citarne una, che partecipò al Festival di Sanremo 1974, "Fiume grande" di Franco Simone, (non giunta in finale per taglio di tempi tecnici di messa in onda Rai della finale, e non per scarso punteggio), vincitore morale di quell'edizione perché è risultata una hit che ha venduto milioni di dischi all'estero, conosciuta come "Rio grande", se pur in Italia non ha avuto la chance di esibizione in prima serata mondiale Rai (di rado si ricorda questo episodio nelle pubblicazioni ufficiali). Sempre in quell'anno i Casadei con il loro liscio popolare in tutta Italia e per gli italiani all'estero, (tutti della classe fino agli anni '70 circa, abbiamo ballato da piccoli il liscio e tanti ancora oggi), ebbero lo stesso ingiusto trattamento televisivo, riscattato solo quest'anno tramite i professionisti Extraliscio con Davide Toffolo, che hanno portato in gara simile sound con simpatia, soprattutto con la serata cover dedicata a Gabriella Ferri, (grazie alla manager Elisabetta Sgarbi).

  Dispiace perché è parsa una serata cover per metà estranea al Festival di Sanremo. Anche in questo contesto un posto per il dimenticato (non da noi fans) Stefano D'Orazio dei Pooh, poteva essere ritagliato.

 

1-Aiello - in coppia col rapper milanese Vegas Jones “Gianna” di Rino Gaetano (3ª Festival di Sanremo 1978) .

2-Annalisa - accompagnata da Federico Poggipollini, “La musica è finita” di Ornella Vanoni (testo di Franco Califano e Nisa, musica di Umberto Bindi), 4ª Sanremo 1967.

3-Arisa - insieme a Michele Bravi “Quando” di Pino Daniele, scritta per il film “Pensavo fosse amore... invece era un calesse” (1991) di Massimo Troisi.

4-Bugo - affiancato dai Pinguini Tattici Nucleari “Un’avventura”, presentata da Lucio Battisti nel 1969 (il suo primo e unico Sanremo).

5-Colapesce e Dimartino - “Povera patria” di Franco Battiato, canzone che apriva l’album “Come un cammello in una grondaia” del 1991.

6-Coma_Cose - con il duo di produttori Mamakass e Alberto Radius, chitarrista dei Formula 3 “Il mio canto libero” di Lucio Battisti (1972)

7-Ermal Meta - insieme con la Napoli Mandolin Orchestra “Caruso” di Lucio Dalla (dall’album “DallAmeriCaruso” del 1986).

8-Extraliscio feat. Davide Toffolo - con il musicista sperimentale Peter Pichler “Rosamunda”, brano popolare, inciso da Gabriella Ferri nel 1972.

9-Fasma - con Nesli “La fine” di Nesli del 2009 nell’album “Fragile Nesliving Vol. 2”. (celebre cover di Tiziano Ferro).

10-Francesca Michielin e Fedez - medley di “Del verde” di Calcutta (2015), “Le cose in comune” di Daniele Silvestri (1995), "Fiumi di parole" dei Jalisse (1997), "Non amarmi" di Aleandro Baldi e Francesca Alotta (1992) e "Felicità" di Al Bano e Romina Power (1982).

11-Francesco Renga - con Elisa Coclite in arte Casadilego, vincitrice di “X Factor” “Una ragione di più” di Ornella Vanoni (testo di Vanoni, Franco Califano e Luciano Beretta, musica di Mino e Franco Reitano) 1969.

12-Fulminacci - con il comico Valerio Lundini e il trombettista Roy Paci “Penso positivo” di Jovanotti, 1993, (album “Lorenzo 1994”).

14-Gaia - con artista belga-congolese Lous and the Yakuza “Mi sono innamorato di te”, di Luigi Tenco 1962.

14-Ghemon - con i Neri per caso con medley di “Le ragazze” (Neri per caso, Sanremo 1995), “Donne” (Zucchero, Sanremo 1985), “Acqua e sapone” (Stadio) e “La canzone del sole” (Battisti).

15-Gio Evan - con i concorrenti dello show “The Voice Senior” “Gli anni” degli 883 (dall’album “La donna il sogno & il grande incubo” del 1995).

16-Irama - “Cyrano” di Francesco Guccini (album “D’amore di morte e di altre sciocchezze” 1996).

17-La Rappresentante di Lista - con Rettore “Splendido splendente” di Donatella Rettore (1979 album “Brivido divino”).

18-Lo Stato Sociale - con Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino “Non è per sempre” degli Afterhours (1999 album omonimo)

19-Madame - “Prisencolinensinainciusol”, rap “ante litteram“ inciso da Adriano Celentano nel 1972.

20-Malika Ayane - “Insieme a te non ci sto più” di Caterina Caselli. (musica di Paolo Conte, testo di Vito Pallavicini 1968).

21-Maneskin - con Manuel Agnelli degli Afterhours “Amandoti” dei CCCP - Fedeli alla Linea (album “Epica Etica Etnica Pathos” 1990) .

22-Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band -  con Daniele Silvestri e The Magical Mistery Band “Del mondo” dei C.S.I., (album “Ko de mondo” 1994).

23-Orietta Berti - con Le Deva, quartetto formato da Verdiana Zangaro, Greta Manuzi, Roberta Pompa e Laura Bono “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo (1962).

24-Noemi - con Neffa “Prima di andare via” di Neffa (2003).

25-Random - con i The Kolors “Ragazzo fortunato” di Jovanotti, (album “Lorenzo 1992”).

26-Willie Peyote - con Samuele Bersani “Giudizi universali” (1997).

 

  La classifica delle cover a cura dell’orchestra:

1-Ermal Meta con Napoli Mandolin Orchestra Caruso (Lucio Dalla)

2-Orietta Berti con Le Deva Io che amo solo te (Sergio Endrigo)

3-Extraliscio feat Davide Toffolo con Peter Pichler Medley Rosamunda (Gabriella Ferri)

4-Willie Peyote con Samuele Bersani Giudizi Universali (Samuele Bersani)

5-Arisa con Michele Bravi Quando (Pino Daniele)

6-Maneskin con Manuel Agnelli Amandoti (Cccp di Giovanni Lindo Ferretti)

7-Annalisa con Federico Poggipollini La musica è finita (Ornella Vanoni)

8-Max Gazzè con Daniele Silvestri M.M.B. Del mondo (Csi di Giovanni Lindo Ferretti)

9-La rappresentante di Lista con Donatella Rettore Splendido splendente (Donatella Rettore)

10-Ghemon con Neri per Caso medley L'essere infinito (Le ragazze, Donne, Acqua e sapone, La canzone del sole)

11-Lo Stato Sociale con Emanuela Fanelli, Francesco Pannofino e i lavoratori dello spettacolo Non è per sempre (Afterhours) 

12-Gaia con Lous and the Yakuza Mi sono innamorato di te (Luigi Tenco)

13-Irama Cyrano (Francesco Guccini)

14-Colapesce/Dimartino Povera patria (Franco Battiato)

15-Fulminacci con Valerio Lundini e Roy Paci Penso positivo (Jovanotti)

16-Malika Ayane Insieme a te non ci sto più (Caterina Caselli)

17-Noemi con Neffa Prima di andare via (Neffa)

18-Madame Prisencolinensinainciusol (Adriano Celentano)

19-Francesco Renga con Casadilego Una ragione di più (Ornella Vanoni)

20-Fasma con Nesli La fine (Nesli)

21-Francesca Michielin e Fedez medley E allora felicità (Calcutta, Daniele Silvestri, Jalisse, Baldi/Alotta)

22-Aiello con Vegas Jones Gianna (Rino Gaetano)

23-Bugo con Pinguini Tattici Nucleari Un'avventura (Lucio Battisti)

24-Gio Evan con i cantanti di The Voice senior Gli anni (883)

25-Random con The Kolors Ragazzo fortunato (Jovanotti)

26-Coma_Cose con Alberto Radius e Mamakass Il mio canto libero (Lucio Battisti)

 

  Fra tutte le esibizioni l’orchestra ha giudicato giustamente le migliori quali: Ermal Meta con Napoli Mandolin Orchestra in “Caruso” di Lucio Dalla, Orietta Berti con “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo” ed Extraliscio con “Medley Rosamunda” con omaggio a Gabriella Ferri.

  Emergono anche altre belle cover fra tutte:

  “Cyrano” di Francesco Guccini cantata da Irama, “Quando” di Pino Daniele cantata da Arisa e Michele Bravi, “La musica è finita” di Umberto Bindi Franco Califano e Nisa, cantata da Annalisa con Federico Poggiollini, Coma_Cose con Alberto Radius e Mamakass per “Il mio canto libero” di Lucio Battisti e Mogol.  

 

  Per citare altre menzioni illustri: Malika Ayane con “Insieme a te non ci sto più” di Paolo Conte e Vito Pallavicini, una versione molto diversa e più intima, di Caterina Caselli, e Gaia con Lous and the Yakuza con “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco non ha però eguagliato la potenza emotiva e canora di quest’ultimo. 

 

  Da notare che Lo stato sociale portando “Non è per sempre” degli Afterhours, con Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino, ha rimarcato la pesantezza di questo anno senza lavoro per gli artisti ed addetti ai lavori del settore, elencando esempi di teatri e cinema falliti e chiusi per sempre, mentre altri in attesa di una futuribile apertura, in attesa di DPCM ed aiuti monetari consoni a risolvere il grave problema della cultura italiana.

 

  Fra le più belle voci intervenute, in medley con i big, sono da sottolineare i partecipanti di The Voice Senior ed anche i Neri per caso, il neo quartetto Le Deva, artisti che hanno superato in bravura ed intonazione alcuni artisti giovani in gara quest'anno, addirittura nei big.

 

  Il televoto ha rimescolato le carte in tavola 

 

  Evidenziamo che è la peggior classifica dal 1951 ad oggi per colpa del televoto. Il web tuona questo verdetto. 

  Valutiamo cosa succede in questo meccanismo di votazione molto articolato. 

  Se le votazioni per i big per le cinque serate vengono ripartite equamente al 25% per le quattro giurie [demoscopica (300 persone fruitori di musica selezionate che votano da casa con sistema elettronico), sala stampa tv radio web, orchestra e televoto del pubblico], per il podio finale si tengono in considerazione al 33% ciascuna, solo la giuria demoscopica, la sala stampa tv radio web e il televoto del pubblico (34%). 

  Per i giovani, il pubblico (34%) può votare tutte le sere con la giuria demoscopica e sala stampa tv radio web entrambi al 33%.

(tratto da spiegazione del sole24h).

 

  Tenendo presente il fatto che il pubblico che vota è esclusivamente giovanile e non ben ripartito per età, la percentuale per il televoto per le cinque serate dovrebbe relegarsi solo al 10% per le cinque serate, e solo al 5% per il podio, per non falsare quanto giudicato dalle altre giurie competenti in materia (sala stampa tv radio web ed orchestra) e ripartite per età (demoscopica). 

  Spero che questo suggerimento venga preso in considerazione per evitare di premiare non solo i soliti giovani dei talent show con fans a seguito tastiera digitale web, svantaggiati ingiustamente rispetto ad altri meritevoli autori e cantanti in gara. 

 

  La graduatoria vedeva per la prima e seconda serata il podio per la giuria demoscopica con 1°Ermal Meta, 2°Annalisa, 3°Irama.

  Per la terza serata per la giuria sala stampa invece il podio era per 1°Colapesce-Dimartino, 2°Maneskin, 3°Willie Peyote.

  Per la quarta serata il podio dell’orchestra con le cover era per 1°Ermal Meta, 2°Orietta Berti, 3°Extraliscio con Davide Toffolo

  La classifica generale vedeva così per inizio quinta stata il podio per 1°Ermal Meta, 2°Willie Peyote, 3°Arisa

  Con il televoto si stravolge il podio a fine quinta serata con 1°Francesca Michielin, 2°Maneskin, 3°Ermal Meta, invertendo i primi due posti, con l’ultimo spareggio al televoto, quindi 1°Maneskin, 2°Francesca Michielin, 3°Ermal Meta

  Rimane un enigma con tanti esposti del Codacons, per la rimonta accelerata dal 17° posto al 1° del duo Michelin Fedez supportato dall’influenzer Ferragni consorte di quest’ultimo, (degna delle prodezze dell'uomo Ragno).

  Saremo così rappresentati all’Eurofestival ad Amsterdam nel maggio 2021, dai Maneskin, (salvo accertamento plagi) giovani artisti esordienti scaturiti dal talent show XFactor quali esponenti di hard rock con molto glam (vestiario moderno provocatorio), infatti continuano a ribadire urlando “Siamo fuori di testa”. Resta la delusione che il cantautore d.o.c. Diodato abbia dovuto passare il turno nel 2020 per sospensione Eurofestival per COVID. 

 

  Ma questi autori, come scrivono male! 

 

  Resta il dubbio se la commissione giudicatrice per l’ammissione al Festival, non sappia leggere o sia incapace d’intendere e di volere, dato che ha ammesso un testo in gara che riporta “vi conviene toccarvi i coglioni” e viene anche premiata vincitrice: “Zitti e buoni” dei Maneskin che dichiarano anche “in casa mia non c’è Dio” (l’avevamo capito). 

  Ben più grave il testo di Willie Peyote (allucinogeno), che in “Giù le mani”, riporta “culo, merda, coglioni, cazzi” quale gergo da scaricatore di porto, cattivo esempio per i giovani, dato che il concetto espresso poteva essere riportato con parole più acute come “Occidentalis karma” di Francesco Gabbani (vincitrice Festival di Sanremo 2017). Tale testo riceve il Premio Mia Martini da una giuria nostalgica delle contestazioni rock americane anni '60, confusa dal rap ed inebriata dall’enfasi di denunce di un sistema malato, ma che ha ignorato il fatto che sia stato espresso il concetto a ricerca di rima forzata e frasi fatte, parolacciando qua e là, perché fa trendy e radiofonico.  

  Scusa Mimì (Mia Martini) se usano il tuo nome per questo scempio etico e morale.  

  Questo rappatore o reppista come preferite, si è anche permesso di denigrare colleghi come Francesco Renga ed Ermal Meta che sanno scrivere “signori testi” con grandi concetti poetici e rispettosi. Ha poi chiesto scusa, ma il danno è stato commesso, anche a se stesso, riducendo i suoi fans per antipatia, dichiarando che non è escluso che si comporti male anche in seguito: gli consigliamo una cura psichiatrica.

  Queste considerazioni sulla discutibilità del valore dei testi, non sono unica a renderle note, come rimarcate da un articolo de il Fatto quotidiano del 24/2/2021, in cui anche altre canzoni sono incriminate da parole e frasi di discutibile gusto ed etica. 

  Ma poi, queste parolacce che vanno tanto di moda, hanno una durezza d'effetto acustico e suonano male in una melodia, quindi, che le scrivete a fare?

 

  Chi avrebbe dovuto vincere? 

 

  Togliendo dai primi due posti in classifica i Maneskin che hanno commesso plagi (o no ma ci pare di si, per copiatura inciso principale) di FDT (Anthony Laszlo 2015) (nonché riff identico) di "Fuoco al fuoco" (Nebra 2017), con scurrilità nel testo da censurare, e il duo Michielin Fedez, (se pur con piacevole tormentone classico d'amore reppato), che aiutati dall’influenzer Ferragni hanno scatenato il Codacons (che non si arrende ricorrendo all’antitrust), certamente fra i giovani sarebbe potuto emergere Irama con “La genesi del tuo colore”, brano radiofonico di buon impatto musicale, pur essendo penalizzato dal COVID, non cantando dal vivo, potendo solo far trasmettere in Rai la sua unica prova per le 4 serate; fra i cantautori naturalmente Ermal Meta con “Un milione di cose da dirti” avrebbe potuto confermare che sa scrivere bene ed incantare con le sue poesie, ma comunque ha vinto il premio Giancarlo Bigazzi per la musica, anche se ha colpito di più il suo testo poetico. (Anche il premio Siae per il videoclip abbinato.)

  Fra le voci più belle Arisa interpretando con pathos “Potevi fare di più” ci ha confezionato ad hoc un dramma d’amore che Gigi D’Alessio ha saputo teatralizzare con maestria. 

  Sul podio avrebbe meritato di salire anche la perfetta voce e professionalità di Orietta Berti con “Quando ti sei innamorato” brano classico di gran valore artistico, (peccato per la mancanza di premi ma comunque raggiunto un 2° posto per le cover dall’orchestra), ed altrettanto gli Extraliscio con Davide Toffolo con “Bianca luce nera” che hanno arricchito di fascinose sonorità ballabili con un tocco d’originalità il Festival, con ottima professionalità dei musicisti. Questi ultimi hanno comunque conquistato un 3° posto per le cover dall’orchestra e un 3° posto per la critica Mia Martini. 

  Un premio avrebbero potuto conquistarlo Annalisa per la voce perfetta oltre che per la canzone struggente, e Max Gazzè per la simpatica presentazione con acuta genialità ironica del “Il farmacista” proponendosi anche trasformista nelle vesti di Leonardo Da Vinci, Salvador Dalì e Superman.

   Se pur piacevole e radiofonico, con testo disimpegnato cantabile, il brano "Musica leggerissima" di Colapesce-Dimartino, ha troppe uguaglianze ad altri brani, famosi o meno, rintracciabili nel web, peccato che la commissione non se ne sia accorta prima di ammetterla in gara. Ha comunque vinto il premio sala stampa Lucio Dalla: anche loro così esperti del settore da decenni, non se ne sono accorti?

 

  All’Eurofestival chi ci va? 

 

  Purtroppo, salvo accertamenti di plagio, saranno i Maneskin ad urlare ad Amsterdam “Vi conviene toccarvi i coglioni” anche se all’estero non ci faranno caso a tradurre ogni oscenità e nonsense per comprendere <<Ma di cosa si lamentano quei quattro starnazzando?>>. 

  Ma colpo di scena! L'Eurofestival ha imposto la censura delle parolacce al brano "Zitti e buoni", pena l'esclusione, quindi i versi "Vi conviene toccarvi i coglioni" e "Non sa di che cazzo parla" diventano "Vi conviene non fare più errori", "Non sa di che cosa parla".

   Avrà imparato la lezione il Festival di Sanremo per il prossimo anno? Speriamo di si, ma forse ci vuole solo una direttrice artistica con un po' di buon senso, ed un bravo paroliere in giuria.

  Non erano meglio fra i giovani Irama e fra i cantautori Ermal Meta a rappresentare l'Italia e la sua bravura compositiva melodica e poetica secolare?

  Diodato con “Fai rumore” si è visto sospendere per COVID la partecipazione all’Eurofestival nel 2020, e di certo sarebbe stato più adatto a rappresentare a bandiera alzata il pubblico italiano, ma l'Eurovision ha risposto con un secco no, senza ipotesi d'appello italiano, alla richiesta Rai di ammetterlo in gara europea 2021. 

 

  Déjà-vu in precedenti Festival di Sanremo

e plagi 

 

  C’è più che ombra di plagio su questa vittoria, perché la canzone “Zitti e buoni” dei Maneskin come preannunciato, pare che armeggi armonia e testo di Anthony Laszlo (Anthony Sasso (autore) e Andrea Laszlo De Simone) nel singolo “F.D.T.” del 2015. I fans ne sono convinti, e la Sony argomenta che non ci sono, ma è autoreferenziale essendo la casa discografica degli stessi Maneskin.  

  Convinti di si, perché l’inciso principale è uguale di musica e testo e si suppone di inconsapevole ispirazione (oppure voluta migliorando l’effetto ed alternando le note), avendola ascoltata da personale del settore in precedenza e migliorata: restiamo nel dubbio per sentire anche una controparte di perizia musicale, e sperare che questa scurrile canzone rocchettara urlata, venga squalificata per farci evitare la figuraccia europea sempre se viene tradotto “vi conviene toccarvi i coglioni”... Mi ripeto perché oscenità scurrili sono inaccettabili in prima serata di una tv Stato!

  Anche due volte, perché il riff è identico al brano "Fuoco al fuoco" dei Nebra (2017) che esclamano che i Maneskin abbiano vinto grazie a loro.

  Comunque vada, anche i fans sono convinti che Laszlo abbia vinto il Festival di Sanremo 2021. Andrea Laszlo ha rotto i silenzio senza far accenno al brano "F.D.T." per il quale ha collaborato per l'arrangiamento, congratulandosi per la vittoria dei Maneskin, dispiacendosi per la gogna mediatica dell'annuncio pubblico di plagio.

  Fa sorridere il fatto che in una intervista Orietta Berti l’abbia chiamati per errore Naziskin, ma da come cantano e si comportano sul palco, pare proprio sul serio che i Maneskin siano altrettanto pazzi e violenti, anche perché saltano e si dimenano indemoniati col ballo di S.Vito o morsi da una tarantola e cantano “Siamo fuori di testa” (e si vede molto bene...): è di simile visione di concetto al tormentone “Mamma mia come sto’” di Enzo Salvi in veste di Er cipolla che appariva fatto di droga in un film, o “sono fuori dal tunnel del divertimento” di Caparezza in cerca di prossima dose. 

  Chi la spunterà? Si affaccerà altra rivendicazione d'autore all'orizzonte? Non è che tutti hanno copiato dai rocker americani anni '60? Sembrano tutte canzoni sulle stesse tonalità, con le stesse strimpellate arrabbiate, con gli stessi urli stonati, se pur con parole cambiate, ma sempre di contestazione come fu negli anni '60.

  Questa società non vi piace, l'abbiamo capito, ma invece di lamentarvi studiate, lavorate, entrate in politica e cercate di cambiarla! Come suggeriva Paolo Panelli ne "Il Conte Tacchia" <<Dovete annà a lavorà... dovemo tutti lavorà, bisogna annà a lavorà!...>> da intendersi non solo nel mondo della musica.

 

  Come notato da molti nel web, (democratica partecipazione di ogni voce di popolo), Colapesce e Dimartino hanno conquistato l’attenzione delle giurie con “Musica leggerissima” brano che ha ricevuto il premio sala stampa Lucio Dalla, ma che purtroppo per loro, ricorda le hit famose dei Matia Bazar degli anni ‘80 e di Julio Iglesias

  Ma nello specifico, nell’introduzione e strofa ricorda proprio “We are the people” degli Empire of the sun del 2008, ma anche “Figlio di un re” di Cesare Cremonini, dello stesso anno. 

   Tutte e tre sono nelle sonorità delle hit dei Matia Bazar anni ‘80 e di Julio Iglesias

  La differenza è che le stupende voci di Antonella Ruggiero e di Julio Iglesias, nonché loro interpretazioni memorabili, ne hanno consacrato successi indelebili. 

  Spuntano in particolare anche queste altre tre similitudini dal web: “Una porta socchiusa ai confini del sole” (Cristina D'Avena) 2008, “Ayo technology” (Ne-yo) 2009, “Se mi lasci non vale” (Inglesias) 1976, "Per un'ora d'amore" (Matia Bazar) 1976, Gelato al cioccolato (Pupo) 1979.

  Il premio ricevuto dovrebbe essere quindi condiviso tra molti autori. Preparate altri simili trofei, vi conviene.

 

  Come coppia i Coma_cose con “Fiamme negli occhi” hanno suscitato a tutti il ricordo della coppia internazionale Al Bano e Romina Power anni ‘80, pur proponendo un brano originale. 

  Cambiando look e con più scioltezza forse confezioneranno altre canzoni carine orecchiabili come questa stile amore sanremese, ce lo auguriamo. 

 

  La moda discutibile al Festival 

 

  Fra gli artisti più ben vestiti certamente Arisa ci ha conquistato tutte le serate, mentre Annalisa e Noemi solo con i vestiti lunghi e da gran serata, piuttosto che con i completini minimal a pezzi a risparmio.

  Chi ci ha incuriosito è stata Orietta Berti con le conchiglie sui seni nella prima serata: una sirenetta scintillante stile curvy.

  Fra le artiste con pettinature strane ed altrettanto guardaroba da rivedere, il palmares va a “La rappresentante di lista” per i vestitoni imbarazzanti e sgargianti.

  Comunque la ragazza con tanta verve (che ricorda Dolcenera) si è aggiudicata il premio “Nilla Pizzi” per l’interpretazione prorompente di “Amare”. Poteva avere più fantasia nella ricerca del titolo della sua canzone? Mino Vergnaghi vinse proprio il Festival di Sanremo 1979 con analoga “Amare”, ma non ebbe seguito di successo e carriera.

 

  Anche Coma_cose con la ragazza maschilizzata nei capelli e negli abiti tristi, con movenze troppo rigide, poteva affidarsi ad altro stilista, parrucchiere e coreografo.

 

  Hanno colpito l’occhio anche i Maneskin oltre alle orecchie, con le loro tute attillate color carne, toccatina di genitali compresa, linguaccia di fuori e faccia da drogato, ed urlo “cazzo” dalla femmina del gruppo per la vittoria. Ma si sa, rappresentano la cattiva parte dei giovani d’oggi che purtroppo impera, ma per fortuna non tutti si comportano così, esistono ancora bravi ragazzi/e. 

 

  Delle serie: “Ma cosa cavolo cantano?”

 

  Di certo Malika Ayane con “Ti piaci così”  perfezionando le sue doti canore di indiscusso valore, a volte ci rende difficile fare mente locale e capire che senso hanno i suoi versi: occorre il libretto esplicativo di testo a portata di mano, come per la lirica. Un tempo li stampava anche il Festival di Sanremo per il pubblico in sale Casinò e Ariston, come portato in scena dall'attrice Valeria Fabrizi, per il marito Tata Giacobetti del celeberrimo Quartetto Cetra (voci intonatissime d'esempio ai cantanti d'oggi): ripristiniamo la tradizione collezionabile.

  Madame con “Voce” credo con troppa enfasi ed emozione, pareva lamentarsi come una bambina piangente per l’orsetto portafortuna rubato a scuola. Eppure ha vinto il premio Sergio Bardotti per il testo, e il premio Lunezia: il testo in effetti discostato dalla sua interpretazione rap ha una sua profondità. Un incoraggiamento per la giovane età? Non affascina il suo modo di cantare da bambina, per ora, aspettiamo che abbandoni il rap e il cantare parole a raffica. 

 

  Della serie: “Qualche prova in più

non guasta mai...”

 

  Francesco Renga, indiscusso cantautore di valore, pareva impreparato a cantare “Quando trovo te”, (forse con troppi sempre citati nel testo), ed altrettanto Bugo che, avendo anche un forte carico emozionale di riscatto per la penalizzante partecipazione mancata dell’anno scorso a causa del collerico e bizzarro Morgan, solo nell’ultima serata ha saputo cantare bene la sua originale “E Invece si”, degna da hit vaschiana. 

  Il “Combat pop” de Lo stato sociale, pareva ancora in stato di creazione con i loro dialoghi continui fra un verso e l’altro. 

  Aiello con “Ora” ha ecceduto con le sue urla forse per troppa emozione, tanto che il web lo ha associato al quadro dell’urlo di Munch

  Alcuni giovani popolari nel web, ma fanalini di coda in classifica, era meglio che facessero più pratica in concerti prima di accedere addirittura nei big di Sanremo! (Caro Amadeus, ma chi hai scelto?) 

 

  Canzoni in sordina 

 

  Sarà piacevole dare il giusto valore a delle canzoni di nicchia sovrastate da altri personaggi e dal clamore di performance appariscenti, nonché da contestazioni e critiche, che da sempre fanno parte del carrozzone sanremese. 

  Fulminacci con la carina “Santa Marinella”  e "Fiamme negli occhi" dei Coma_cose avranno una collocazione futura fra i brani più piacevoli e cantabili nei revival sanremesi. Aggiungiamo la "Musica leggerissima" dei Colapesce-Dimartino, per l'orecchiabilità, anche se musica già nota in tanti brani del passato.

 

  Delle serie: “Ma come cavolo si chiamano?” 

 

  The winners are: “La rappresentante di lista” che non si sa a quale partito appartenga, “Coma_cose” che ha spaziato fra le varie opzioni consigliate per creare un account mail, “Willie Peyote” che ha voluto farsi notare e criticare a tutti i costi come drogato, perché predilige gli allucinogeni (Peyote). 

  Fulminacci poteva scegliere uno pseudonimo più accattivante, anche perché il suo repertorio classico non scatenerà mai un temporale di critiche, anzi. 

  Lo stato sociale si è fatto conoscere, ma di certo profuma di una certa classe politica di parte, pur producendo musica sbarazzina disimpegnata e spiritosa da gioco sociale. 

  Certamente se mai ricorderemo il loro repertorio in futuro, ci chiederemmo: “Ma chi lo cantava? Aspetta, ce l’ho sulla punta della lingua, ma non mi viene...” 

 

  Il futuro del Festival 

 

  Oramai con l’avvento dei talent show Mediaset Rai e Sky, e con il televoto ed i digitalstores e social network, nonché raiplay, è da almeno un ventennio che il Festival di Sanremo si è trasformato, relegando i brani classici in un angolo, perché rimpiazzati da rap trap e rock di vari generi. 

  Lo show fin troppo imperante ci ha anche dilazionato le cinque serate, emarginando a turno i cantanti in gara oltre la mezzanotte superando anche le 2:00 di notte. 

  In queste due ultime edizioni dando un’occhiata alle classifiche di visualizzazioni YouTube e streaming digitalstores, si sono scelti artisti giovani sconosciuti ed anche impreparati vocalmente e ai concerti, con brani di valore discutibile, con pochi anni d’esperienza, nonché anche scarsa discografia alle spalle. 

  Ben vengano le giovani leve, ma per i big occorre un posto di riguardo per il valore di ciò che compongono e cantano di valevole e rispettoso, con intonazione collaudata. 

 

  La soluzione?

 

  Creare nuove competizioni estive ed invernali in altre sedi, come ebbero fortuna il “Festivalbar” e “Un disco per l’estate”, per dar sfogo giovanile a musiche disimpegnate per i giovani, con competizioni a votazione, lasciando che il Festival di Sanremo lasci emergere in gran percentuale il cantautorato impegnato di varie generazioni, anche con esponenti di altri generi, senza però che siano la maggioranza. 

  Le giurie dovrebbero avere un po’ d’etica e rispetto eliminando i testi volutamente scurrili e volgari, che non hanno nulla di buono da comunicare, se non lo scopo di spaccare i timpani con musiche radiofoniche. 

  Chi aspettiamo in futuro la chiusura dei battenti sanremesi a mezzanotte come Cenerentola. e il ripristino del Dopofestival, in cui invitare cantanti ed opinionisti, per i nottambuli ed intenditori di settore. 

  A "Porta a porta" Amadeus ha annunciato il ritorno del "Festivalbar" a luglio a Sanremo, quale promessa ai commercianti che hanno visto diminuire drasticamente gli introiti dal marzo 2020 a causa del Covid.

   Invitate in commissione anche le donne, ed esperti di poesia e letteratura, per dare importanza anche ai testi e non solo alle musiche, per scegliere le canzoni in gara con etica, morale e buon gusto.

 

  In conclusione 

 

  Buon futuro festival a tutti, ma se si fa un passo indietro sarebbe meglio. Tengo a precisare che molte persone non lo guardano più per colpa di questi stili moderni imperanti, senza invitare più cantautori veterani né in gara né come ospiti. Che la Rai lo tenga in considerazione, anche loro farebbero salire l’audience ma con la qualità. Ed attenzione cara Rai, perché è già pronta la concorrenza a realizzare un Festival simile, ma in quel di Milano (Claudio Cecchetto).

 

Simona Bellone 9/3/2021

 

 

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